Gli Yoga Sutra di Patanjali – testo facente parte del sistema filosofico indiano dei Veda e che traccia le sue origini a più di tremila anni fa – offrono una visione concentrata dei meccanismi alla base del funzionamento della mente umana e della generazione degli attaccamenti al mondo esterno. Sono proprio questi attaccamenti la causa prima della sofferenza che inevitabilmente ognuno si trova a sperimentare, in una forma o nell’altra, in questo passaggio sul pianeta Terra.

La comprensione e consapevolezza dei meccanismi mentali è solo il primo passo del cammino lungo le otto membra dello yoga delineato da Patanjali. Gli Yoga Sutra illustrano anche gli strumenti a disposizione per rimuovere le “incrostazioni” della coscienza, le impressioni che si accumulano fin dalla nascita e che influenzano (spesso in modo latente) le attività quotidiane.

La pratica “ardente” e costante dello yoga permette di sciogliere progressivamente i blocchi e le tensioni, per affrontare in modo più calmo ed equilibrato gli avvenimenti della vita. Un pratica che  prende avvio dai principi etici e morali (yama e niyama) e si dipana quindi nel prendere consapevolezza della forma fisica che assumiamo (asana), nei legami che intercorrono tra questa e il respiro e tra il respiro e i processi mentali (pranayama). Processi mentali che possono venire esplorati più in profondità grazie al ritito dei sensi (pratyhara) e ai tre stadi della meditazione secondo lo yoga di Patanjali (dharana, dhyana e samadhi).

In questa sezione del blog viene offerto un breve commento dei centonovantesei aforismi, importante strumento di consapevolezza e crescita personale.

I lettori più interessati possono trovare una trattazione più estesa dell’argomento nel libro “Il Giogo”, a cura dell’autrice, disponibile in vendita sui principali store online.

(Foto di Gerd Altmann da Pixabay)

© Giuliana Miglierini, 2024

La via dello yoga inizia quando si prende piena e ininterrotta consapevolezza di Essere qui e ora, qualunque cosa accada.